Origini e storia della casa di riposo di rivarolo mantovano

Foto e testi per gentile concessione di Francesco Bresciani.

il seme della carità

Nell’anno 1500 sorge a Rivarolo il Monte di Pietà con scarsa influenza nella vita della popolazione. E’ Frate Sisto Locatelli, da Rivarolo Fuori, che pone vigore a questa istituzione riunendo in un unico organismo le Confraternite del SS. Sacramento, della B.V. Maria e di S. Giuseppe. I Capitoli che regolano il nuovo Monte di Pietà vengono approvati il giorno 25 marzo del 1512 durante una solenne cerimonia in Santa Maria Annunciata, con il coinvolgimento di cinquanta capofamiglia, alla presenza del Notaio e dell’ Arciprete don Perego. I Capitoli nel 1548 hanno l’approvazione pontificia. In questo stesso anno Vespasiano Gonzaga inizia a governare direttamente il nostro territorio e quindi anche Rivarolo Fuori. Questo Gonzaga si occupa della sopravvivenza del Monte di Pietà riformando l’istituzione nel 1553, con la stesura di nuovi Capitoli. Il regolamento contiene severe prescrizioni che preservano il Monte di Pietà da incauti o cattivi amministratori e prevede sui prestiti un tasso d’interesse del 5% per le spese di gestione. L’attività del Monte di Pietà si svlgeva nella sede del Consorzio di Carità, ubicato nell’ala destra di palazzo comunale. Operava pure la “Frumentaria”, che era un vero Monte per il prestito del grano ai contadini in difficoltà nel periodo delle semine. Tutte queste opere pie, comprese le confraternite, svolgevano delle attività indirizzate all’aiuto degli indigenti, a sostegno

del Clero, concorrevano alle spese di culto e ad altre opere complementari, che a volte accavallate fra di loro, coinvolgevano anche la Fabbriceria della Chiesa di Santa M. Annunciata. Nel secolo XVII altri governanti si preoccupano dell’amministrazione di queste opere di carità. Isabella Gonzaga di Novellara nel 1611 promulga nuovi Capitoli del Venerabile Consorzio di Rivarolo Fuori e nel 1628 il figlio Scipione si preoccupa dell’amministrazione di questa Istituzione alla quale convergono i lasciti e le donazione di persone caritatevoli che, alla loro morte, devolvono le proprie ricchezze a sostegno delle opere di carità. Alcuni lasciti di pubblica beneficenza sono di Antonio Mori di Mantova, ma residente a Rivarolo, che in occasione del viaggio a Roma per il Giubileo del 1500 fa una donazione perpetua alle Confraternite del SS. Sacramento, di S.ta Maria e di S.Giuseppe; Elena Fini di San Martino con una donazione si ricorda dei carcerati di Rivarolo, Bozzolo e S. Martino; Giovanni Solarolo detto Trivella, nel 1641, lascia una donazione a favore dei poveri di Cividale, per i medicinali e per la dote alle povere zitelle; Cassetti Margherita e cognata Pederzani Lucrezia lasciano nel 1743, fondi, case e capitali a favore delle povere zitelle del paese all’atto del loro matrimonio; Don Giacinto Bresciani di Rivarolo, Arciprete a Sabbioneta, nel 1749 lascia capitali i cui interessi siano devoluti al Monte di Pietà e alle povere zitelle all’atto del loro matrimonio. Durante i secoli altre persone benemerite, che non citiamo per ragioni di spazio, seguirono l’esempio dei su citati benefattori. Nei documenti relativi alla conduzione delle varie isituzioni viene spesso ricordato con gratitudine l’Illuminato Fondatore (beato Sisto Locatelli da Rivarolo Fuori) morto in odore di santità. Prima la Casa d’Austria, più tardi i francesi di Napoleone e successivamente ancora gli austriaci apprezzano il valore sociale del Monte di Pietà, del Consorzio di Carità che gestisce i lasciti, della Frumentaria e della Congregazione di Carità che soprintende a tutto, ma vengono sottoposte a un controllo amministrativo asfissiante che aumenta le difficoltà economiche già presenti a causa dell’alternarsi di queste invasioni e dominazioni.

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i primi virgulti

In questi tempi difficili sorgono i lasciti direttamente indirizzati al sostegno della povera gente ammalata. Elenchiamo queste persone benemerite citate nei documenti e nella “Memorie Patrie del Dottor Bonifacio Maria Bologni (anno 1820)”. Don Girolamo Cipelletti, Arciprete di Rivarolo Fuori, morto nel 1779, lascia tutto il suo patrimonio a favore dei miserabili e alla cura dei poveri infermi del paese. A don Girolamo Cipelletti viene intitolata nel 1899 l’attuale via Marconi.Più tardi sarà imitato dalla sua Governante Fertonani Teresa che lascia tutti i suoi averi allo stesso scopo. Ferri Francesco, Perito Agrimensore di Rivarolo Fuori nel 1817,dopo aver

beneficiato la moglie e parenti, lascia una cospicua quantità di beni immobili indirizzati alla futura costruzione dell’ospedale da erigersi sul terreno donato dall’arciprete Balleri. Il testamento prevede che nel frattempo la rendita dei terreni sia devoluta all’assistenza domiciliare dei malati. A Ferri Francesco, sempre nel 1899, viene intitolata l’attuale via C. Rossi. Anche a Don Giovanni Fabbri, per aver beneficato i poveri e gli ammalati del paese viene intitolata,sempre nel 1899, l’attuale via Cavour. Bozzetti Bartolomeo di Rivarolo Fuori, lascia nel 1817 un cospicuo capitale i cui frutti sono destinati ai poveri e in particolar modo ai malati del paese. Don Giuseppe Balleri, Arciprete di Rivarolo Fuori, dona con riserva di usufrutto, un caseggiato posto in Borgo Fontana n.6, attuale via Avigni, allo scopo di erigere un Pubblico Ospizio a favore dei poveri infermi del paese.

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LA PRIMA CASA OSPEDALE

Lunedì 25 maggio 1885, alle ore 5 pomeridiane, nell’area della casa in via Fontana al n°6, donata dal fu Parroco Don Giuseppe Balleri, si poneva la prima pietra dell’ospedale. L’opera fu costruita con fondi raccolti dal comitato promotore e in armonia con la Congregazione di Carità di cui il 4 maggio 1884 si era richiesta la collaborazione. Presidente della Congregazione e Sindaco era il Cav. Giuseppe Badalotti. Nel marzo 1886, ultimata la costruzione, l’Ospedale poteva ospitare otto e anche dodici (in caso di bisogno) degenti divisi in due reparti per sesso. Il 6 giugno 1886 il Consiglio Comunale di Rivarolo Fuori chiede alle autorità superiori il riconoscimento di Ente morale dell’Ospedale Civile di Rivarolo Fuori che si regge con le rendite dei pii

lasciti Cippelletti, Agosta, Ferri, Bologni, Scaglioni e Bozzetti. Il riconoscimento viene accordato con Regio Decreto del 20 febbraio 1887 che approva anche lo Statuto. Il documento porta la firma di Umberto I e Depretis. L’arciprete di Rivarolo Fuori Mons. De Carli, tramite Suor Colombari Superiora della Fondazione “Soragna Vidoni” di San Giovanni in Croce, nel 1886 chiede alle Figlie della Carità della Provincia Religiosa di Torino, tre suore per l’Ospedale Civile di Rivarolo Fuori. Le Suore di S. Vincenzo giungono il settembre delle stesso anno: la Superiora Suor Garnier Virginia, è affiancata da Suor Cravero Maria e da Suor Giannoni Caterina. Le religiose profusero nell’Ospedale la loro opera con dedizione e competenza fino al 1984. Tra le ultime suore presenti va ricordata Suor Giovanna Pischetta , anima buona e onnipresente con decisa e apprezzata competenza. Il 6 agosto 1893 con Regio Decreto si approva lo statuto organico della Congregazione di Carità di Rivarolo Fuori (Mantova) a scopo della erogazione delle rendite dei vari istituti di beneficenza amministrati dalla Congregazione predetta a senso a modi indicati nello statuto indicato. Il documento porta la firma di Umberto I e G. Giolitti.

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gli ampliamenti del XX secolo

Nel 1917 cessa l’attività del Monte di Pietà e col tempo anche tutte le altre istituzioni lasciano il posto all’ENTE MORALE (Opera Pia Ospedale Civile) con Decreto Reale nel 1935. Nell’Ospedale, diretto dal Dottor Luigi Galetti, ampliato per ospitare più degenti, era presente anche il reparto di Maternità. Nel 1965, con decreto del Medico Provinciale di Mantova, la struttura diventa “Infermeria per Malati cronici” e nel 1970 “Ente Ospedaliero” a seguito di decreto del Presidente della Repubblica. Nel 1973 il Presidente della Giunta Regionale della Lombardia revoca il decreto di Ente Ospedaliero perché di fatto mancavano i requisiti e l’attività

è riservata essenzialmente all’assistenza degli anziani. In questi anni viene messa in opera una importante ristrutturazione, con la costruzione di una nuova ala, donata dalla Sig:ra Enrichetta Motta Tosi in memoria del marito Comm. Cesare Tosi, personaggio di rilievo nel mondo della sartoria italiana. I nuovi spazi permettono così una gestione più consona alle moderne attività assistenziali rivolte alle persone anziane. L’ edificio è stato progettato dall’architetto Cesare Donini e costruito dall’impresa edile Mario Pognani di Marcaria, che comprende anche la chiesetta dedicata a S. Pietro. Presidente del Consiglio Amministrativo della Casa di Riposo era il Maestro Aristide Mazza. Con l’aumento del numero degli ospiti e con la necessità di adeguare la struttura alle normative emanate dalla Regione Lombardia, negli anni novanta si impongono nuove ristrutturazioni all’edificio. Nel 2003 viene sciolto l’E.C.A. (Ente Comunale di Assistenza) e con il 1° gennaio 2004 la Casa di Riposo viene trasformata in FONDAZIONE PRIVATA, gestita da un Collegio di Amministrazione formato da cinque Consiglieri, dei quali quattro nominati dal Sindaco di Rivarolo Mantovano e uno dal Parroco di Santa Maria Annunciata di Rivarolo Mantovano.

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una santa tra noi

Domenica 4 Settembre 2016 Madre Teresa di Calcutta è stata proclamata Santa. Nel Maggio 1982, la madre dei poveri, giunse a Rivarolo Mantovano per ricevere il premio “Torri Merlate”, istituito dal commendator Emilio Regonaschi. Durante la visita, fece tappa anche presso la casa di riposo e gli ospiti ebbero l’onore di salutarla e di stringerle la mano. “Imparate a riconoscere i poveri anche tra di voi, che ve ne sono ancora molti – disse madre Teresa ringraziando – Sappiate essere per loro portatori di quell’amore grande che Dio ha per noi ogni giorno. Nel mondo – proseguì – non esiste solo la fame fisica, c’è anche ben viva la fame d’amore. Pregate per la povera gente che è ovunque, da Roma a New York”.

“Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe, i capelli diventano bianchi, i giorni si trasformano in anni. Però ciò che é importante non cambia; la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è la colla di qualsiasi tela di ragno.
Dietro ogni linea di arrivo c’è una linea di partenza.
Dietro ogni successo c’è un`altra delusione.
Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite… insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.
Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c’è in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.
Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però non trattenerti mai!”

Santa Teresa di Calcutta